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Viaggio nel mondo della polizia scientifica ticinese


La polizia scientifica, in Ticino nata come SIR (Servizio Identificazioni e Ricerche) nel 1904, comprende una ventina di persone e ha sede a Bellinzona.

Verso la metà del 1900, questo reparto speciale della polizia ha assunto molta importanza grazie alla grande evoluzione subita: infatti, da piccolo ruolo di supporto, il loro aiuto è diventato indispensabile.

Per rendere più interessante l’articolo, vi propongo qui di seguito due interviste: la prima all’ex capo della SIR e poi polizia scientifica, Emilio Scossa-Baggi, e la seconda al capo della polizia scientifica Giancarlo Santacroce.

Mi sono messo in contatto con Emilio Scossa-Baggi che, con gentile disponibilità, ha subito accettato di rispondere a qualche domanda.

Intervista a Emilio Scossa-Baggi

Nico (N): Ha sempre voluto fare questa professione?

Emilio Scossa-Baggi (B): No. Il mio sogno è sempre stato quello di diventare poliziotto.

N: Come mai ha fatto questa professione?

B: Perché non raggiungevo l’altezza minima richiesta per esercitare la professione di poliziotto. Ma sono stato più contento così, anche perché ho vissuto il boom dell’innovazione in questo campo.

N: Quali studi ha dovuto fare?

B: Ho dovuto frequentare l’università di Losanna.

N: Cos’è la prima cosa che deve fare un agente della polizia scientifica quando si trova sulla scena di un crimine?

B: Non c’è una procedura che si deve seguire ogni volta. Bisogna sempre usare la testa, perché ogni caso è diverso dagli altri. Ed è questo il bello del mestiere: è molto variegato.

N: Quali sono i compiti del capo della polizia scientifica?

B: Come per ogni capo, il compito è quello di dirigere, ma anche collaborare con la PG (Polizia Giudiziaria), con la gendarmeria…

Anche il signor Santacroce ha subito accettato di aiutarmi.

Intervista a Giancarlo Santacroce

N: Ha sempre voluto fare questa professione?

Giancarlo Santacroce (S): No, in realtà da piccolo volevo fare il veterinario oppure l’aviatore.

N: Perché ha preso questa scelta?

S: Durante i miei studi un mio professore di chimica, mentre ci mostrava le varie combinazioni, abbinava sempre il racconto di un caso poliziesco in cui si era potuto acciuffare il colpevole grazie a quella specifica reazione. Così mi sono appassionato e ho capito che sarebbe stata la mia strada.

N: Quali studi ha dovuto fare?

S: Ho dovuto frequentare l’università di criminologia e scienze forensi di Losanna.

N: Qual è la differenza tra criminologia e scienze forensi?

S: La criminologia è lo studio di cos’ha spinto il criminale a compiere il crimine, mentre le scienze forensi sono l’applicazione di tecniche e metodologie scientifiche.

N: Qual è la parte più bella del suo mestiere?

S: Quando grazie al lavoro di squadra si riescono a fornire le informazioni necessarie per assicurare il colpevole alla giustizia.

N: Qual è invece la parte meno piacevole del suo mestiere?

S: Quando ci si trova davanti a una vita stroncata a causa di un avvenimento o, peggio ancora, a causa di qualcun altro.

N: Con chi collabora la polizia scientifica?

S: La polizia scientifica collabora con il laboratorio di analisi tossicologica di Olivone, quello per le analisi di DNA e con altri corpi interni della polizia.

N: In quale campo si stanno evolvendo maggiormente le tecnologie a disposizione della polizia scientifica?

S: Si stanno evolvendo soprattutto nell’ambito della documentazione fotografica e video.

In conclusione, la polizia scientifica ticinese è sempre più indispensabile per la risoluzione dei vari

casi.


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