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Il narciso: un fiore 'mitico'

Questo periodo dell'anno è magico, i prati che ci circondano di verde smeraldino si riempiono tutti di narcisi colorati: i fiori dell’egoismo. Ma perché dei fiori così teneri e delicati hanno questo soprannome?

La risposta ce la dà un mito greco, quello del cacciatore Narciso, appunto.

Narciso era un cacciatore molto bello, ma anche estremamente vanitoso.

Infatti un giorno, mentre era a caccia, s’imbatté in una fonte d’acqua, dove decise di abbeverarsi. Non appena si chinò sulla superficie, vide il suo riflesso e se ne innamorò. Rimase lì a fissarsi per giorni e giorni, senza ne’ mangiare ne’ bere fino alla morte. Gli Dei, che videro tutto dal loro regno, ebbero pietà per lui, e decisero di trasformarlo in narciso, così che potesse fissarsi finché avesse voluto.

E da qui l’etimologia di narcisismo, ossia esagerata vanità.

Un'altra leggenda vale la pena di raccontare sul conto di questo fiore: il mito di Narciso ed Eco.

Eco era una bellissima ninfa, che si era innamorata perdutamente di Narciso.

Ma Narciso non la degnava di uno sguardo, come se per lui fosse soltanto una seccatura. Ma Eco continuava a seguirlo imperterritamente, fino a che il dolore non la consumò, facendola diventare invisibile.

Da allora Eco si nascose in una grotta dove il suo amato andava spesso a cacciare, e continuò a chiamarlo, fino al punto di consumare persino la voce. Da quel momento, di ogni parola che sente, ripete le ultime sillabe.


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